Per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti sviluppati […]
3 Aprile 2024
Le Camere Bianche sono ambienti di lavoro, separati dalle zone produttive, in cui vengono svolti particolari processi di lavorazione o di ricerca che richiedono livelli di contaminazione microbiologica controllati. Questi ambienti richiedono condizioni di estrema pulizia dell’aria che viene trattata ed immessa nell’ambiente e che deve risultare priva di contaminanti oltre a soddisfare specifici indici di purezza, che variano a seconda del tipo di processo o del prodotto da lavorare.
Le camere bianche devono essere progettate e realizzate secondo la normativa di settore dettata dalla specifica UNI ISO 14644 che definisce tutti gli aspetti progettuali, di installazione e di gestione.
All’interno di questi ambienti devono essere garantiti determinati parametri fisici quali temperatura, umidità e pressione. Ciò avviene attraverso la realizzazione di accurati sistemi di ventilazione, distribuzione dell’aria e di filtrazione tarati per l’ottenimento di precisi valori sulla base dei quali viene definita la classe di appartenenza (ISO) attribuibile al locale in funzione del numero massimo di particelle ammesse per ogni metro cubo di aria immessa e del diametro delle stesse.
Questa tipologia di ambiente di lavoro nasce dalla necessità di garantire a processi produttivi diversi le condizioni ambientali sopra descritte. Le nuove tecnologie di produzione richiedono adattamenti qualitativi degli ambienti dove occorre operare: la microelettronica, l’industria farmaceutica, l’industria aerospaziale, i laboratori di ricerca nonché i reparti ospedalieri quali sale operatorie, di terapia intensiva e ambienti limitrofi, etc., costituiscono i processi più comuni dai quali è richiesta la riduzione degli inquinanti derivanti da contaminazioni accidentali e quindi una pulizia molto elevata ed una distribuzione dell’aria capillare, livelli non raggiungibili con sistemi ed approcci tradizionali.
Le Camere Bianche o Clean-Rooms sono locali o gruppi di locali isolati da quelli circostanti, serviti da un proprio impianto di trattamento d’aria e caratterizzati da una ben definita classe e tipologia di appartenenza.
Gli ambienti vengono realizzati creando opportune pareti divisorie, realizzate con strutture specifiche dotate di coibentazione e con finiture interne lavabili prive di angoli o spigoli dove si possano annidare sporco e polvere, che consentono di ridurre al minimo l’ingresso di personale estraneo e di creare zone separate destinate alla preparazione/lavorazione, al magazzino o alle attività di ufficio e amministrative.
Le finestre presenti devono essere prive di telaio e inglobate direttamente nella parete sigillate ermeticamente, i piani di lavoro devono essere realizzati con materiali inerti facili da pulire, il pavimento e le pareti rivestiti fino ad opportune altezze (mt 2,00) da materiale plastico termosaldato facilmente lavabile, non poroso e a bassa dispersione di particelle (ad esempio PVC elettrosaldato munito di sguscio agli angoli). Le pareti possono essere anche rivestite con vernice epossidica e i materiali per i pavimenti devono essere opportunamente scelti in modo da essere lisci, privi di fessure ed antiscivolo. Le pareti e i pavimenti devono essere facili da pulire, impermeabili ai liquidi e resistenti agli agenti chimici e ai disinfettanti normalmente usati in laboratorio.
I controsoffitti sono realizzati con strutture modulari che garantiscono planarità delle superfici, tenuta e massima flessibilità di utilizzo oltre ad un’ottima durabilità nel tempo oppure con lastre senza soluzione di continuità. Non devono rilasciare particelle in ambiente e devono essere privi di porosità, devono essere facilmente lavabili e sanificabili e consentire di essere agevolmente rimossi per un facile accesso in caso di ispezioni per manutenzioni nel soprastante vano tecnico, devono inoltre poter essere integrati con qualsiasi tipo di lampada, filtri assoluti o diffusori dell’aria e consentire un perfetto isolamento dall’ambiente esterno.
Questi sono laboratori provvisti di accesso esclusivo tramite una stanza filtro dotata di porte di comunicazione del tipo a battente a tenuta d’aria e munite di una visiva che permetta la vista attraverso i locali ed inoltre di interblocchi atti ad impedire l’apertura contemporanea di due porte (es. apertura contemporanea della porta tra il locale “filtro” e l’esterno e la porta tra il locale “filtro” e il locale “preparazione”).
La zona filtro può essere anche adibita, a seconda dei casi specifici, a zona spogliatoio dove poter indossare i DPI necessari prima di accede all’ambiente di lavoro e possono quindi esser dotati di appositi armadietti per la separazione degli abiti civili dagli indumenti di lavoro.
Per il trasferimento dei prodotti tra due locali di diversa classificazione si realizza una particolare struttura che prende nome di Pass Box: il prodotto viene inserito dal lato non sterile (detto “lato sporco” e quindi contaminato) all’interno di una piccola cabina dove viene sottoposto ad un lavaggio tramite un getto d’aria filtrata e dove, in contemporanea, avviene la decontaminazione da microorganismi tramite radiazioni ultraviolette prodotte da lampade UV disposte sulle pareti della camera di passaggio. La zona di transito dei materiali è delimitata da un sistema di porte interbloccate che non permette l’apertura, impedendo così un eventuale contaminazione dell’ambiente protetto.
In casi speciali, come ad esempio nell’industria farmaceutica, vengono realizzate delle zone dotate di lavandino munito di apposito lava-occhi azionato con comando a pedale o a fotocellula, lavamani e doccia a pedale. La soluzione ideale sarebbe la creazione di un apposito box di servizio con accesso alla stanza di preparazione.
Gli impianti meccanici a servizio delle camere bianche devono rispettare le direttive contenute nelle normative UNI ISO ed essere dedicati ed indipendenti dagli altri ambienti.
Devono garantire la classe di pulizia prevista per lo specifico ambiente, rispettare i parametri di temperatura e umidità, garantire il mantenimento dei gradenti di pressione nei diversi locali e assicurare il ricambio d’aria necessario per la presenza del personale operante.
La diffusione dell’aria può avvenire con differenti modalità: la più convenzionale prevede l’immissione dell’aria dall’alto tramite diffusori posizionati a soffitto dai quali l’aria fluisce con velocità stabilite che ne garantiscono una diffusione capillare. La ripresa dell’aria avviene nelle zone basse dell’ambiente, si ottiene così così un flusso definito “non unidirezionale”.
L’aria può essere immessa dall’alto o da una delle pareti costituenti la camera con un effetto “a pistone”, dalla zona di ingresso a quella di uscita, che spinge l’aria verso la zona di aspirazione posta naturalmente nel lato opposto a quello d’ingresso.
L’aria trattata può essere completamente ricircolata o miscelata con aria esterna di rinnovo.
Un dato importante e non trascurabile – vista la particolarità degli impianti in questione e gli elevati volumi di aria da trattare – è il costo operativo associato al consumo di energia delle camere bianche che di conseguenza necessitano di una attenta progettazione che tenga in considerazione e identifichi le possibili misure per il contenimento energetico. Tra queste la realizzazione di zone di superficie contenuta all’interno della Camera, da delimitare con opportuni accorgimenti con i quali generare un “flusso laminare” concentrato direttamente sulla zona operativa. Un ambiente o una porzione di spazio è definito “in flusso laminare” quando sono pressoché assenti i vortici e non ci sia quindi pericolo che le particelle inquinanti si aggreghino tra di loro ma vengano invece allontanate senza essere distribuite nell’ambiente circostante e inviate ai sistemi filtranti per esservi trattenute.
Il numero ed il diametro delle particelle che non vengono trattenute dai sistemi filtranti stabiliscono la “classe di purezza” della camera o della zona in essa delimitata.
Le classi di contaminazione sono state introdotte dalle normative americane Federal Standard e recepite in Europa dal 1999 mediante la UNI ISO 14644.1 che ne adegua i metodi di indicazione al sistema metrico decimale.
Bisogna prestare attenzione alle sorgenti di inquinamento e contaminazione che si creano nel passaggio dall’ambiente esterno verso l’interno sia di materiali e prodotti che di persone.
È necessario prendere alcuni accorgimenti volti ad eliminare le criticità. Alcuni esempi:
Elementi fondamentali nella realizzazione di una camera bianca e ai quali bisogna dare importanza:
Trascurare uno qualsiasi di questi elementi risulta determinante per la vanificazione del risultato finale e della classificazione della camera bianca.
Gli impianti meccanici delle camere bianche sono composti da apparecchiature specifiche comprendenti macchine per la movimentazione dell’aria come le centrali di trattamento, generatori di fluidi caldi e freddi come le pompe di calore e i gruppi frigoriferi, condotti di distribuzione ed elementi di diffusione dell’aria nonché sistemi di termoregolazione; naturalmente oltre alla logica di funzionamento dell’impianto un ruolo cruciale lo rivestono i filtri da utilizzare e che variano in funzione della superficie filtrante necessaria, del grado di filtrazione, dei tempi di filtrazione e dell’attività svolta all’interno degli ambienti.
Le Camere Bianche o Clean Rooms vengono utilizzate in diversi contesti industriali. Ad esempio:
e in ambienti per applicazioni speciali nel settore della Sanità, della Ricerca e in altri ambiti quali:
L’ambiente Camera Bianca necessita obbligatoriamente di accorgimenti d’igiene e sanificazione particolari che devono essere programmati ed eseguiti da personale esperto e specializzato al fine di preservare l’integrità della classe di purezza specifica.
In primis, la manutenzione dei filtri dell’aria, perché essi devono essere mantenuti in condizioni ottimali per garantire la regolare sovrapressione dell’ambiente. A tal proposito, si effettuano monitoraggi della qualità dell’aria immessa tramite apposite strumentazioni in grado di effettuare la “conta” delle particelle e stabilire se il sistema di filtrazione è conforme.
I locali devono ricevere le adeguate procedure di pulitura e sanificazione e il personale preposto deve attenersi a regole precise e ai protocolli. Il responsabile dei locali deve sorvegliare che tutte le direttive vengano rispettate, che siano utilizzati prodotti e strumenti idonei e, infine, che tutto quanto utilizzato venga recuperato e rimosso dall’ambiente a fine servizio.
Per le operazioni di manutenzione si effettuano degli specifici piani con indicazioni sulle fasi da svolgere, le superfici da coinvolgere, la descrizione dei prodotti da adottare, i sistemi di erogazione e tutte quelle che possono essere le possibili avvertenze.
La società Rotafrigor S.r.l. interviene nel processo di realizzazione delle Camere Bianche o Clean Rooms. Nelle prime fasi attraverso la progettazione degli impianti a servizio delle Camere Bianche, realizzando progetti in conformità alle norme tecniche e alle leggi vigenti, provvedendo all’installazione di tutte la attrezzature che compongono gli impianti tecnologici, curando nei minimi dettagli le operazioni di direzione dei lavori e successivamente occupandosi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie garantendo all’utilizzatore finale la massima continuità di servizio.
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